Attraverso i miei occhi

INVITO ALLA LETTURA

“Attraverso i miei occhi” è una silloge di poesie ma vuol essere anche una piccola guida per cercare e raggiungere il proprio Heimat. 

Nei paesi di lingua germanica Heimat è un termine molto diffuso nella cultura popolare. Il termine in sé, difficilmente traducibile in altre lingue, rappresenta il legame tra l’individuo e un luogo fisico. Frequentando da anni la Germania sono sempre rimasto colpito dai continui riferimenti, fatti da persone di diverse estrazioni, che riprendono questo termine che quasi diventa un approccio di vita che mescola malinconia e amore per le proprie radici. 

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Dal mio punto di vista “Heimat” non è necessariamente un luogo fisico, quanto più un luogo-non-luogo composto dai frammenti di vita che ognuno di noi ha disseminato lungo l’arco della propria esistenza. Un prezioso puzzle definito da istanti che fermiamo nei nostri ricordi: oggetti, luoghi, il più delle volte persone, alcune indimenticabili, altre che hanno fatto apparizioni fugaci nel nostro universo, lasciando comunque un segno importante. Tutte queste tessere vanno a comporre il nostro Heimat. Nelle mie poesie cerco di raccontare il mio viaggio alla ricerca di quei frammenti, quelle “polaroid”, come spesso le definisco. 

Scrivo da diverso tempo, ma ho deciso di intraprendere questo viaggio interiore di recente. Negli ultimi anni, infatti, ho incontrato nuove e importanti persone, perso per strada qualche amico prezioso e vissuto il doloroso addio di mia madre. Forse e soprattutto per quest’ultimo avvenimento che ho deciso che era il momento di ricordare e ricomporre il puzzle. 

Era stanca mia madre, ha lasciato la vita con dispiacere ma, probabilmente, anche con un poco di sollievo e le sono molto grato per tutto quello che mi ha dato e anche per quello che non è stata in grado di fare per me. Ha raggiunto mio padre, che ci ha lasciato più di dieci anni fa. Per lui scrissi la mia prima poesia, ispiratami dalle sue ultime parole, piene di una potenza e voglia di vita incredibile: “Finché posso ci provo, figlio mio, finché posso ci provo”. Posso dire che conobbi veramente mio padre dopo quelle ultime e dolorose parole che mi sussurrò in un ultimo afflato poco prima di lasciarci. 

Entrambi i miei genitori mi hanno aiutato ad essere l’uomo e lo scrittore che sono e questa silloge non poteva che essere dedicata a loro. Ci tengo però a dirvi che quello che potrete cogliere dalle poesie che vi apprestate a leggere non sono solo visioni, immagini del dolore di cui vi ho parlato prima, né tantomeno troverete un’opera meramente autobiografica; l’obiettivo che mi sono prefisso con “Attraverso i miei occhi” è quello di dare degli spunti per far sì che il lettore possa iniziare, a sua volta, questo percorso catartico grazie al quale ricostruire il proprio luogo-non-luogo. Non vi chiederò molto tempo, solo un po’ di respiro interiore e la voglia di rallentare e mettersi in gioco: cercate di percorrete le immagini che propongo, assaporatele e poi, se vorrete, provate a elaborare le vostre “Polaroid”, fatelo “attraverso i vostri occhi”, cercando di scavare negli album di famiglia dei vostri ricordi e recuperando quegli istanti, evitando che vadano perduti per sempre. 

Questo è il viaggio che propongo, quello che vi condurrà al vostro Heimat. Buona lettura! 

Prefazione di Michela Tanfoglio 

Nell’epoca in cui viviamo, la poesia viene spesso vista come un lusso, una nicchia per pochi eletti capaci di apprezzare la sua sublime bellezza. Questo volume di Alessandro Angelelli, però, ci ricorda che la poesia è molto di più: è una sintesi potente di stile, emozioni e immagini che vanno ben oltre la semplice ricerca del sé o l’intenzione di lanciare sottili messaggi attraverso i social network, come ogni giorno accade. Da lettrice, mi annoia sentire concetti triti e ritriti dove la poesia dovrebbe possedere una forza curativa, anche se, in effetti, possiede questo potere. La poesia è un’arte che si rivolge a chi è disposto a immergersi nelle sue acque profonde, a chi cerca la bellezza assoluta nelle parole e nelle immagini che esse evocano. È per coloro che sanno apprezzare il peso di un verso di Montale, che “scese dandole il braccio un milione di scale”, o le riflessioni di Pavese, così intrise dello sguardo dell’essere amato: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. È per chi sente nel profondo l’appello di Ada Negri, Ama l’opera tua, soffri per essa... 

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Le espressioni poetiche, che hanno attraversato secoli e millenni, ci sostengono nei momenti di difficoltà, offrendoci un conforto che va oltre il semplice sollievo: ci donano  bellezza, ma non esiste meraviglia senza che dietro vi sia un grande sforzo. Il messaggio che Angelelli desidera trasmettere attraverso questa silloge è che, sì, la poesia può essere terapeutica, ma non solo. Essa invita a spogliarsi delle remore e ad abbracciare pienamente la vita, con tutte le sue sfumature. La poesia invita a un’intimità profonda, che non richiede di esporci al mondo intero, ma piuttosto di rimanere ancorati al nostro intimo essere, magari iniziando dai versi di una silloge come “Attraverso i miei occhi”, permettendo alle immagini evocate di diventare parte di noi. 

Questo è l’inizio di un viaggio verso il nostro Heimat, quel luogo dell’anima dove ogni immagine importante prende forma e significato. Vorrei che i lettori trovassero nelle poesie di Angelelli frammenti del proprio vissuto, momenti capaci di suscitare un sorriso anche nelle giornate più grigie. Che anche la malinconia possa trasformarsi in un sentimento di gratitudine per i ricordi riscoperti. Questo è il potere della poesia: connettere, guarire e rivelare la bellezza nascosta nei dettagli della vita. 

La poesia è, dunque, un’arte per pochi non perché sia elitaria, ma perché richiede un’apertura del cuore e della mente che non tutti sono disposti a offrire. È una celebrazione dell’esistenza in tutte le sue forme, un invito a fermarsi e ad ammirare la complessità del mondo attraverso gli occhi dell’anima. Le poesie di Alessandro Angelelli sono un dono prezioso in questo viaggio, ricordandoci che, al di là di ogni moda o tendenza, la poesia rimane una fonte inesauribile di bellezza e di verità. 

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"Attraverso i Miei Occhi"

La poesia è catarsi, la forma d’arte che più ci può avvicinare alla consapevolezza di noi stessi. Scrivere (e leggere) poesie vuol dire avere la voglia di mettersi in gioco per raggiungere la piena coscienza di ciò che si è stati, facendosi contaminare da quel buon germe che sono la raffigurazione degli istanti, i frammenti che hanno composto la nostra esistenza. Quelle immagini, quelle “polaroid”, non sono solo ricordi, sono ciò che può plasmare la propria realtà, conducendoci ad Heimat, il nostro luogo dell’anima. Di questo vi racconto, con le poesie che potrete leggere in "Attraverso i miei occhi".

La silloge “Attraverso i miei occhi” è composta da oltre 80 poesie e pubblicata il 28 febbraio 2024 dalla casa editrice La Corte di Torino